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Arco Pinto

Situato in un contesto suggestivo, nel cuore del Centro antico di Bitonto, l'arco Pinto, della lunghezza di circa venti metri fu costruito presso le mura normanne. A sinistra di chi entra da via Principe Amedeo, proveniente da piazza Cavour vi è la corte Pinto, zona che conserva molte preesistenze duecentesche, quindi del periodo in cui il fenomeno dell'urbanesimo aveva assunto uno sviluppo notevole in relazione sia ai fenomeni connessi allo sviluppo economico, sia al rientro delle popolazioni delle campagne circostanti. Già a partire dalla metà del secolo XI il processo di urbanizzazione aveva assunto caratterizzazioni peculiari a Bitonto relative a tipologie di insediamenti civili e ad impianti di fortificazioni, soprattutto di età normanna ancona oggi esistenti. Poco più avanti del'arco Pinto, infatti, in una corte denominata Ciciliana, è ancora possibile ammirarare un edificio di età normanna, un Castello o forse una torre che delimitava con altri edifici coevi il perimetro fortificato delle città nel periodo immediatamente successivo all'XI secolo e che costituì la seconda fase di espansione del nucleo urbano; in età medievale, segnò la terza ed ultima fase, quella svevo - angioina, il cui baricentro era la Cattedrale, riferimento religioso, culturale ed economico della città, quindi, l'elemento unificatore del sistema. Questa fase di ampliamento di mura costituisce il punto di arrivo di quella dimensione di un processo che proprio nel XIII secolo si realizzerà sia pure per gradi, ma in modo rapido cd unitario. Con le nuova mura si delimitata in modo univoco l'area, che dovrà assolutamente essere pacificata ed unificata, al fine di agevolare un reale sviluppo della città. La caratteristica peculiare degli archi bitontini è costituita dall'uso di affrescare o decorare i muri degli stessi. Così, anche l'arco Pinto ha, sempre sulla sinistra di chi entra da via Principe Amedeo, un grande e bellissimo affresco, raffigurante la Deposizione che rivela la buona mano del pittore, forse Luca Pinto vissuto nel XVIII secolo, per affinità riscontrabili con altre tele del pittore, conservate nella Pinacoteca diocesana della città di Bitonto. La denominazione dell'arco è popolare e fu data per individuare, tutta la zona, come è possibile rilevare dal catasto immobiliare del 1728 dove si dice l'altro... "nel vicinato dell'Arco Pinto". Ma resta sempre un punto interrogativo se "Pinto" vale "dipinto" per l'affresco parietale o si riferisce al nome dei suo probabile autore.

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